Generale di Brigata dei Carabinieri Reali Giuseppe Artale
di Ciro Artale
Il Generale di Brigata dei Carabinieri Reali Giuseppe ARTALE nasce a San Fratello – 10 febbraio 1879 e muore ad Acquedolci l’11 ottobre 1952 (allora frazione di San Fratello).
Nel 1897, per assolvere agli obblighi di leva, di tre anni, parte alla volta di Cefalù ma vi rimane appena 10 giorni, il tempo di avere accolta la richiesta di arruolamento come Allievo nell’Arma dei Carabinieri per cinque anni.
A Palermo in pochi mesi riesce a farsi inquadrare come Carabiniere a cavallo: non poteva essere altrimenti per un vero Sanfratellano.
Nel 1901 diventa vice brigadiere e raffermatosi viene trasferito alla legione Allievi.
Nel 1905 con il grado di brigadiere si trasferisce a Napoli per imbarcarsi per l’Estremo Oriente, in Cina, per tre anni: dopo il ritiro completo delle truppe italiane di terra, 12 militari dell’Arma restavano a Pechino di scorta alla Legazione e a Tien Tsin per il servizio di polizia nella Concessione italiana.
Nel 1910, dopo ulteriori rafferme, diventa Ufficiale dell’Arma a Palermo e nel 1912 viene assegnato al Comando Capo di occupazione nella compagnia della Libia e assegnato alla scuola allievi Zapitié di Tripoli, che in seguito comandò.
Qui si meritò la Croce di Cavaliere nell’Ordine della Corona d’Italia per “speciali benemerenze nel teatro di guerra in Libia” e la Medaglia di bronzo al valor militare a Uadi Gebba, dove “dispose con perizia un appostamento notturno contro ribelli tenendo, nel conflitto che ne seguì, contegno esemplarmente calmo e valoroso”.
Già capitano rimpatria definitivamente nel 1917, e passando da Milano, Torino e Cagliari arriva nel 1918 ad Ancona da dove parte per la Dalmazia alla volta di Zara e Longarino fino al 1921.
Nel 1918 riceve la Croce al merito di guerra del 28o Corpo d’Armata e il ministro Mussolini gli conferisce la Croce di guerra al valor militare perché “…durante 8 giorni di azioni si distinse per attività e zelo e spirito di sacrificio, sopportando fatiche e disagi non comuni. Cooperò pure efficacemente, con energia ed ardimento al pronto intervento di un reggimento nell’azione”. Madonna di Vallio – Monastier (TV) 15-23/06/1918.
Trasferito alla Legione di Palermo è assegnato al Battaglione Mobile dei Carabinieri del Re, istituito per la repressione del brigantaggio siciliano l’01 agosto 1924. Prima a Trapani poi a Palermo con una forza di 800 uomini inizia il periodo della lotta alla mafia a fianco del prefetto Mori, il “Prefetto di ferro”.
Così riportano documenti Ufficiali del tempo:
“… A capo di detto Battaglione occorreva un uomo dalla volontà ferrea, un uomo che alla vasta coltura etnica potesse anche accoppiare l’intelligenza, le larghe vedute e la intemerata rettitudine della coscienza. E la scelta non poteva essere migliore; il maggiore Artale cav. Giuseppe fu chiamato a comandare il Battaglione Mobile”.
Ebbe modo di distinguersi in tutte le operazioni, Trapani, Agrigento, Casteltermini, Gangi, Mistretta, per le quali ebbe riconoscimenti e decorazioni.
In un encomio solenne del 1926 si legge:
“… in 18 mesi di ininterrotta lotta contro la delinquenza rurale, fedele interprete delle direttive superiori e dell’autorità politica, seppe mirabilmente organizzare la forza ai suoi ordini e tener deste nei dipendenti le doti mai smentite di attaccamento al dovere e di alto spirito di sacrificio. Prodigò tutta la sua attività e perizia in difficili incursioni e lunghi e faticosi servizii che condusse alla resa di numerosissimi latitanti che infestavano una vasta zona dell’isola, riscotendo il plauso delle autorità e delle popolazioni”.
Nel 1924 su proposta del Ministro degli interni diventa Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro per speciali benemerenze.
Nel 1927 gli venne conferita la Croce d’oro sormontata da corona Reale e nel 1928 la Croce di guerra al valor militare. Nel 1929 è promosso Tenente Colonnello.
Nel 1930 su proposta del Ministro degli Interni gli viene conferita la Croce di Cavaliere Ufficiale nell’Ordine della Corona d’Italia, e nel 1932 il Re, “di moto proprio”, lo nomina Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia.
Dal 1933 è trasferito in Calabria e per cause di servizio si mette in aspettativa.
Collocato in ausiliaria in forza al Comando Distretto di Messina nel 1934, passa poi al Comando della Legione Carabinieri del Re di Messina e nel 1937 diventa Colonnello.
Nel 1940 è trasferito nella riserva e nel 1941 è richiamato in servizio per mobilitazione (la guerra!) e assegnato al Comando Sottozona di Ragusa quale Comandante. Negli anni della guerra svolge il suo servizio in Sicilia ai vari Comandi fino al 1942, data in cui passa a disposizione del Comando della 6a Armata mobilitata.
Nel 1943 è promosso Generale di Brigata e impegnato nelle operazioni di guerra in Mediterraneo col Comando della 6a Armata, della quale assume il Comando proprio nei mesi in cui sbarcano gli alleati in Sicilia.
Giorno 01 agosto del 1944 è ricollocato in congedo e può tornare alla sua San Fratello, alla quale, pur nel suo peregrinare, tornava non appena poteva.
La sua “palazzina” di campagna, a Santa Caterina (Marchiseo), da lui progettata e realizzata con ingegno e maestria (tanto da ricevere la Stella di bronzo al merito rurale), lo ospitò negli anni che gli rimasero.
Nel 2013 il generale Artale ha avute dedicate due pagine nel calendario storico per la lotta contro la mafia al comando del battaglione mobile che affiancava il prefetto Mori.