“La cappella del Rosario, la ri-trovata identità della persona” di G. Calcerano e Padre Pio Sirna
di Giuseppe Ingrillì
Nel panorama scontato e monotono, delle stampe e delle pubblicazioni, che rasentano pretese di grandi scoperte su episodi o brani di storia locale, costituisce rivelazione uno studio, serio e competente, su un unicum artistico della nostra terra, “La cappella del Rosario, la ri-trovata identità della persona” ad opera di Maria Giovanna Calcerano e Don Pio Sirna. Il saggio travolge e rompe il raccontare o il formulare tesi storiche, concentrandosi solo sulla ricerca e comprensione del messaggio celato all’interno di quest’opera universale. Siamo a Naso, angolo nobile dei Nebrodi, città ricca di storia, capace di donare alla collettività nazionale fini pensatori e contribuendo in maniera fondamentale alla formazione del pensiero in Italia. La cittadina aggrappata sulle montagne la cui vista spazia fino all’Etna, ha stratificato e costruito nella sua storia una serie di opere artistiche e di intelletto che ancora oggi sono una muta testimonianza dell’ingegno e della capacità nasitana. Enigmatiche e complesse macchine sceniche si schiudono alla vista dell’attento visitatore che qui si avvicina ad una idea diversa di turismo e di arte. Non siamo di fronte ad una scontata rappresentazione artistica, ma ad un lascito ed un pensiero più alto e più complesso. Nelle sue logiche artistiche appaiono ricordi ed echi di antiche manifestazioni che accolgono e inglobano nascosti rimandi, coinvolgendo ordini ormai soppressi e linguaggi che si rifanno alla tradizione eretica, tutto ben bilanciato e nascosto alla luce dell’inquisizione siciliana che nella Sicilia della metà del 1600 moralizzava e castigava l’eresia, anzi, possiamo quasi rilevare lo sberleffo che si compie nel tempo con il mascheramento del messaggio sotto la veste domenicana che ne approva il cristiano messaggio. La cappella del Rosario, appartiene ad una continua commistione tra la fede e il pensiero artistico, miscelandosi in un messaggio che prevarica il tempo e va oltre il semplice istruire in una articolata composizione artistica che immerge e confonde il più semplice viaggiatore. Il libro interpreta questo linguaggio scritto nella pietra e nascosto nella policromia dei marmi, analizzando e raccontando un pensiero che si dipana tra le sue partizioni di spazi pieni e figure, a tratti blasfeme o incongruenti, scene di una trama che accoglie il visitatore e lo cattura stordendolo con la sua impressionante qualità e profondità di pensiero. Senza il libro la cappella non aiuta il visitatore, lo confonde e lo mette a nudo di fronte alla sua vera natura. L’uomo ridiventa un rozzo ignorante davanti a Dio che così lo invita e lo sprona a lasciarsi condurre nel cammino tracciato dalla sapienza e dalla conoscenza, per poi uscire alla luce divina come essere migliore. Questo è il lavoro o la magia che si compie nell’esperienza mistica della cappella, si insinua nell’anima e la trasforma. Il miracolo che avviene in questo spazio è che l’espressione dell’arte alchemica, perché di questo si parla, è capace di raccogliere, fissare e concentrare la corrente vitale di cui sono fatti i mondi, permettendo all’uomo di realizzare un’evoluzione grazie allo “Spiritus Mundi” che agisce continuamente sulle cose. Anche il più distratto visitatore non potrà fare a meno di avvicinarsi a questo spazio nello spazio, attratto come un’ape può essere attratta dal colore di un fiore. La ricompensa una volta entrati sarà quella di un viaggio inconscio e nell’inconsapevole, che traccerà nell’anima i colori della vita. Il libro accompagna così lo spettatore nel viaggio teso alla comprensione, in maniera edotta, non abbandonando, ma erudendolo attraverso la conoscenza e l’istruzione del simbolismo nascosto, completandone così la trasformazione. La competenza del libro è tale che, oltre ad essere guida, assolve anche al compito di trasmissione sapienziale su concetti propri della cristianità; un excursus a ritroso nel tempo, che permette di scoprire la grande conoscenza teologica degli uomini che ne hanno permesso la realizzazione e far comprendere lo splendido lavoro artistico insito nella cappella. Nel libro, ogni segno e colore è spiegato nel suo significato, calato nel contesto della trama artistica e analizzato e storicizzato nel tempo. Il grande lavoro degli autori, trasforma così, il simbolico linguaggio esoterico della cappella in un chiaro messaggio pronto per essere letto. Questa operazione non prevarica la cappella, ma l’arricchisce, permettendo attraverso il testo di poterla divulgare, coinvolgendo il visitatore e facendolo diventare strumento del “sapere”. La capacità d’interpretazione dell’uomo risulterà arricchita dalla scoperta del significato profondo della cappella e grazie al contributo del libro alla fine del viaggio, l’interpretazione potrà discostarsi anche dalle comprensioni convenzionali, spingendo oltre il pensiero. Il volume è arricchito da un Dvd che ricrea attraverso le immagini la sensazione di potersi immergere, anche da luoghi lontani, nell’atmosfera della cappella. L’elegante nuova stesura della «Europa Edizione», rielabora e approfondisce alcuni concetti già espressi nella prima edizione a cura della Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo di Naso e con il Patrocinio del Comune di Naso. L’operazione da rilevare è quella dello strumento divulgativo anche come momento di donazione, azione che si compie nell’acquisto del libro i cui ricavi, in uno slancio d’affetto e d’amore verso quest’opera da parte degli autori, vanno alla parrocchia, amplificandone lo spirito mecenatistico che ognuno di noi può compiere. Tutto il ricavato così è rivolto alla conservazione e al recupero della importante opera permettendo di tramandarla ai posteri. Il messaggio di riscoperta e di conoscenza della cappella del Rosario, unito al grande interesse degli autori per tutte le altre manifestazioni artistiche della città di Naso, assume qui il valore di incitamento nell’affermare l’identità di una storia importante che non va dimenticata ma salvaguardata e tramandata connettendola a quelle correnti artistiche che riportano ai grandi centri siciliani di Messina e di Palermo dal 1500 in poi. Tali operazioni sono sempre da sostenere e incitare, perchè assolvono al compito che ognuno di noi si pone con la trasmissione per le future generazioni della nostra memoria storica e della conoscenza del patrimonio artistico. Un grazie sentito ai due autori, Calcerano e Sirna, per la preziosa opera d’intelletto donata alla collettività con spirito di vero mecenatismo culturale e amore per il territorio e per la storia dei Nebrodi.