Ottobre 1926 – Benedizione della nuova statuetta della Madonnina
di Giuseppe Ingrillì
Sono appena passati 10 mesi dal furto sacrilego del simulacro di Maria SS. di Capo d’Orlando, perpetrato da ignoti, nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 1925.
Gli sforzi per scoprire dove sia stata nascosta la statuetta, non sembrano portare in nessuna direzione.
L’impressione collettiva, già da maggio del 1926, è che le indagini non vadano verso una soluzione positiva del furto, le perquisizioni e le piste investigative non offrono riscontri.
Nessuno sa chi ha rubato la Madonnina e dove l’abbia nascosta.
Così il Comitato della festa e le autorità ecclesiastiche di Capo d’Orlando, decidono di affidare al Prof. Antonino Ugo l’incarico di realizzare una riproduzione della sacra immagine.
Le indicazioni, in assenza di fotografie, sono quelle di una rappresentazione “come quella della Madonna di Trapani”.
Lo scultore è uno dei massimi artisti italiani nella creazioni di opere in bronzo, già cattedratico a Palermo all’Accademia di Belle Arti e titolare della “Cattedra di plastica della figura”.
Le statue consegnate in realtà furono tre, due di queste in bronzo, furono posizionate in altarini a protezione della popolazione (una al quadrivio di San Martino – in seguito anch’essa trafugata – e un’altra all’Ospedaletto) e la terza, placcata in argento, utilizzata per la venerazione e posta sulla vara.
Sappiamo che furono trasportate in treno nei primi giorni di ottobre del 1926 e ricevute con grandi onori.
Testimoni della giornata raccontano della presenza della banda musicale insieme alle autorità civili, militari ed ecclesiastiche di Capo d’Orlando. in attesa alla stazione ferroviaria.
Il Commissario Prefettizio, Avv. Ernesto Mancari, con lettera datata 16 Ottobre 1926 indirizzata al vescovo di Patti, Mons. Ferdinando Fiandaca, lo invita ufficialmente per la benedizione della nuova statuetta che dovrà sfilare per le vie della città il 22 Ottobre dello stesso anno.
Questo atto sancisce la fine di una ricerca, cominciata e mai finita e la nascita di un nuovo culto che arriverà fino ai nostri giorni condizionato dal primo furto.
Il timore che anche questa nuova statuetta venga trafugata, farà si che venga custodita in cassaforte per essere esposta alla venerazione dei fedeli solo nei giorni della festa.
Il documento, ritrovato nell’archivio della Curia di Patti, è la testimonianza dell’impegno di tutta Capo d’Orlando nel non scoraggiarsi per il furto e proseguire nel cammino di fede con l’amata madre Maria.